2. La chiesina diventa basilica

(biografia tratta tratta da San Gabriele dell’Addolorata , Pierino Di Eugenio , ED. San Paolo, 1997)

       Già all’inizio del 1893 padre Germano trovava la chiesina << piena zeppa di popolo che piange e canta intorno alla tomba di Gabriele. E’ uno spettacolo che può paragonarsi a Lourdes e Pompei. La povera chiesa del convento di Isola sarà uno dei più illustri santuari d’ Italia e se il Signore vorrà continuare come ha cominciato vedremo qualche cosa di grande e di bello >>.

       Facile profeta. Soprattutto tenendo conto che anch’egli, famoso tra l’altro per essere stato direttore spirituale di santa Gemma Galgani, è in buona posizione per essere proclamato santo.

       La chiesina diventò subito troppo piccola. Fu dunque ampliata e consacrata nel 1908, pochi giorni prima della beatificazione di Gabriele. Il completamento con le tre navate e la cupola sulla crociera risale al 1920 quando, in concomitanza con la santificazione, fu inaugurata anche la cappella del santo.

       Nel 1929 fu innalzata la facciata, monumento architettonico di stile rinascimentale in travertino, granito rosso e mosaici. Nello stesso anno il papa Pio XI elevò il santuario alla dignità di basilica.

       Coronamento definitivo di un sogno? Sembrava. Ma ben presto Gabriele sforava di nuovo. Le folle dimostravano che la bella chiesa a la splendida cappella erano troppo anguste per il santo del sorriso.

       Evabbe’, ne faremo un’altra. Ma questa volta vogliamo andare sul sicuro. Spianeremo la collina, ci imbarcheremo in un’opera ciclopica confidando nella Provvidenza e nel patrocinio del diretto interessato.

       Così, senza distruggere il vecchio, nel 1970 ebbe inizio la costruzione di un enorme santuario di ispirazione ecumenica. Progettato dagli Studi Associati di Milano, protende la braccia ai quattro punti cardinali e nella sezione richiama la sagoma di una grande nave con quattro vele pandirezionali. Può contenere dodicimila persone. Basterà?




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