(biografia tratta tratta da San Gabriele dell’Addolorata , Pierino Di Eugenio , ED. San Paolo, 1997)
Arriva a Loreto. Passa un’intera giornata in ginocchio nella santa casa per colloquiare con la Madonna e definire con lei i dettagli dell’accordo ultimo. Una giornata intera, ma è sicuro d’aver chiarito tutti i punti all’ordine del giorno.
Va a pranzo dallo zio prete Cesare Acquacotta, provicario generale della basilica di Loreto, il quale cerca di saggiarne la vocazione irridendolo. << Sono sicuro, non resisterai neppure due notti >>. Cassandra che non sei altro, aspetta e vedrai. Come lo vedrà anche l’altro zio Giovanni Battista, guardiano dei cappuccini a Morrovalle vicino alla casa dei passionisti.
E’ proprio una corsa a ostacoli, ma siamo all’ultima siepe. Checchino la salta a piè pari e di slancio varca la soglia del noviziato.
Appena dentro, accolto gioiosamente dalla comunità, si sente a casa, finalmente libero e al sicuro. Chiusa la porta, non vuole uscirne più. E’ qui si convince d’aver chiuso gli altri fuori. Rispetto a Spoleto, Morrovalle gli appare come altro pianeta. La cameretta disadorna lo raggelerà? Macchè. Vi si trova a proprio agio come un bambino tra le coperte calde.
E’ appena arrivato, ma sembra che conosca i passionisti da sempre. L’istituto, fondato da san Paolo Danei della Croce nella prima metà del diciottesimo secolo, prescrive la vita comunitaria.
I religiosi si impegnano a incentrare la loro vita sulla passione di Gesù vivendo poveri, casti e obbedienti. Si dedicano ai ministeri ecclesiali, con particolare riguardo alle missioni popolari e ai crocifissi della società contemporanea.