2. Bisogna colmare il vuoto

(biografia tratta tratta da San Gabriele dell’Addolorata , Pierino Di Eugenio , ED. San Paolo, 1997)

Checchino fa da segretario al padre che sta invecchiando rapidamente. Ma sente il vuoto. Torna a mulinare per la testa il vecchio progetto di consacrarsi a Dio, già promesso una prima volta a dodici anni nel delirio di un febbrone.

Rinnova la promessa di fronte ad ogni pericolo, soprattutto quella volta che una brutta infiammazione alla gola stava per soffocarlo. O l’altra volta che convinto d’averla scampata per miracolo, chiede di entrare dai gesuiti.

Non se ne fa nulla. Scongiurato il pericolo, la routine riprende il sopravvento. Ci vuole un altro colpo fatale, che arriva nell’estate 1855. Muore all’improvviso l’adorata sorella Maria Luisa, 26 anni, mentre lui sfila con la croce per le vie di Spoleto alla testa della processione del Corpus Domini.Cala la notte. L’affetto più forte, la seconda mamma, l’amica e confidente non c’è più. Piange con il cuore infranto davanti alla statua dell’ Addolorata. Rinnova con più forza la promessa.Che fatica tornare ora alla normalità, riprendere gli studi. Ma ci prova lo stesso. Si susseguono ondeggiamenti e sussulti, tempestosi contrasti interiori.

Pressato dalla lotta per la sopravvivenza, a volte finisce per smarrire le coordinate. Passa dal teatro alla chiesa, va a ballare attillato all’ultima moda, ma senza dirlo in giro porta il cilicio che scarnifica i fianchi.

 

 

 




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