(biografia tratta tratta da San Gabriele dell’Addolorata , Pierino Di Eugenio , ED. San Paolo, 1997)
Di valido sostegno all’azione di Sante per Checchino sono la sorella Maria Luisa, nove anni più grande di lui, e la colf Pacifica Cucchi. Entrambe lo coprono di tenerezze materne.
Così Checchino cresce moretto, grazioso e volitivo, suggestionato dalla figura del padre al quale già dà qualche grattacapo per << un’eccessiva vivacità e il manifestarsi di germogli della collera, della leggerezza e della disubbidienza >>. Sante tiene la situazione in pugno contemperando dolcezza e fermezza, soprattutto quando Checchino lo circuisce con promesse e moine a seguito di qualche scappatella.
Crescendo impara però anche a pregare, a rispettare gli altri. Ad amare i poveri che gratificherà dei suoi risparmi e per i quali dimostrerà sempre innata predilezione. E’ capace di restare al verde per mettere nelle mani di un barbone tutto il suo marsupio scucito al padre. << Anche il babbo vuole che si faccia l’elemosina >> dirà alla governante, se la vede alquanto micragnosa. Sa di dire il vero.
Già studente passionista a Pievetorina, Macerata, arringa il fratello portinaio che sta servendo un bisognoso: << Voglio vedere la tua generosità. Che miseria, poveretto, non gli arriva manco allo stomaco. L’ elemosina non ha mai impoverito nessuno >>.
Ma non corriamo troppo, anche se Checchino è tipo da bruciare le tappe. E per tenere i piedi ben piantati in terra diamo uno sguardo, ma proprio un’occhiatina fugace, alla sbrecciata penisola. Misericordia, che spettacolo deprimente, che anni tempestosi sta attraversando.
Aneliti di libertà fanno divampare moti risorgimentali, focolai di lotte intestine a tutto spiano. Nel 1846 muore Gregorio XVI ed è eletto papa Pio IX che dovrà fuggire a Gaeta, Latina.