3. Un sacro ceffone

(biografia tratta tratta da San Gabriele dell’Addolorata , Pierino Di Eugenio , ED. San Paolo, 1997)

Quando prega sembra una statua. L’ha notato pure la gente dei dintorni che già lo chiama il fraticello santo. Per altri è il fraticello bello. Una statua con il corpo, mentre lo spirito corre veloce.

Sorvoliamo sulle altre devozioni, sulla sensibilità per i poveri, sulla sua composta signorilità, sulla delicatezza d’animo, sull’attenzione ai confratelli tra i quali si ritiene men che la ruota di scorta. Inutile nutrire dubbi circa il suo ossequio alle norme. Osserva scrupolosamente anche le più minute, tanto che una volta provoca la reazione di un visitatore impaziente.

Il parroco del vicino paese di Ornano Grande visita volentieri la comunità e spesso lo saluta. Gabriele fedele alla consegna del silenzio voluto dalla regola, limita sempre la risposta a un inchino accompagnato da un sorriso. Don Antonio Pacini, prete un po’ sopra le righe, finisce per perdere le staffe << e siccome io sono irascibile ebbi la tentazione di dargli uno schiaffo >>.

Lo depone con giuramento lo stesso protagonista negli incartamenti procedurali per la santificazione, senza tuttavia precisare se la tentazione fu vinta oppure se lo schiaffo partì veramente.